NAPOLI – Sono stati tutti identificati i responsabili dell’aggressione a scopo di rapina avvenuta a Napoli nelle prime ore di sabato scorso, a Calata Capodichino, ai danni di un rider a cui sei giovani hanno derubato lo scooter. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di due ventenni, gravemente indiziati della rapina.
Il provvedimento, eseguito dalla Squadra Mobile e dal Commissariato Secondigliano, è stato sottoposto per la convalida al competente Giudice delle Indagini Preliminari.
Decreti di fermo sono stati emessi dalla Procura dei minorenni anche nei confronti di due 17enni e due 16enni.
I genitori dei fermati all’esterno della Questura hanno minimizzato l’accaduto affermando che i ragazzi quella sera erano usciti per un panino poi avrebbero alzato troppo il gomito e ubriachi avrebbero compiuto questa bravata. Ma secondo gli investigatori, il branco era consapevole del gesti che stava compiendo.
In due erano armati di pistola senza tappo rosso e di un coltello e di due scooter uno con targa falsificata e uno che a quanto pare era stato rubato poco prima, ed è proprio su questo particolare che gli inquirenti stanno svolgendo indagini per capire se si trattasse di una vera e propria banda criminale.
Sulle ultime ore che lo hanno visto suo malgrado protagonista dell’aggressione ma anche di un immenso abbraccio di solidarietà che ha prodotto una raccolta fondi di oltre 10mila eruo e una proposta di lavoro da parte di una nota macelleria di Ottaviano, Gianni, ieri sera all’uscita dalla Questura sul suo scooter ai nostri microfoni ha affermato: “Odio per gli aggressori? No, assolutamente. Anzi, li ho già perdonati nel momento stesso in cui mi picchiavano. La responsabilità è dei genitori. I figli sono i riflessi delle loro famiglie.
Ecco perché poi succede che questi ragazzi non si rendono conto che stanno bruciando il loro futuro”.
“La sua famiglia è distrutta, lui è figlio di gente perbene, non di delinquenti. La madre mi ha detto di voler subito chiedere scusa alla vittima di quelle violenze”.
Lo annuncia l’avvocato Carlo Ercolino, legale di uno dei due 16enni coinvolti nell’aggressione a scopo di rapina che ha visto vittima il rider napoletano 50enne Giovanni Lanciano, picchiato e derubato a Napoli, la notte tra venerdì e sabato scorsi, da un branco composto da 6 ragazzi, giovani e giovanissimi, mentre si accingeva a completare la sua ultima consegna. “E’ stato un episodio assolutamente deprecabile e intollerabile – dice ancora l’avvocato – ma, per le modalità con le quali è stato portato a termine, più che a una rapina somiglia a un atto di bullismo, perpetrato dal branco nei confronti di un uomo che a 50 anni, per dare da mangiare alla sua famiglia, si è piegato a fare un lavoro da ragazzino. A loro occhi deve essere sembrato un fallito e forse proprio per questo, complice il contesto e l’ignoranza, hanno deciso di ‘bullizzarlo’, rubandogli, infine, anche lo scooter”.
Nel pomeriggio odierno il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha incontrato presso il palazzo del Governo il rider Gianni Lanciato, vittima di una violenta aggressione nella notte tra il 3 e 4 gennaio, ad opera di una gang di giovanissimi nella zona di Calata Capodichino, già individuati dalle Forze dell’Ordine che hanno altresì recuperato il mezzo sottrattogli.
Il Prefetto ha espresso alla vittima dell’accaduto la vicinanza delle istituzioni e la sua personale solidarietà, evidenziando come il sostegno ricevuto dalla società civile contribuisca a rafforzare i valori della legalità e del sistema di sicurezza dei cittadini. (ANSA).