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Non in regola con gli esami all’università, Diana decide di uccidersi per “vergogna”

SOMMA VESUVIANA – Ci sarebbero esami non dati e l’impossibilità quindi di discutere la tesi di laurea alla base del suicidio di Diana Biondi, la 27enne scomparsa da alcuni giorni a Somma Vesuviana.

Il corpo della donna è stato ritrovato su un costone montuoso alle falde del Vesuvio in località Santa Maria a Castello dopo una segnalazione da parte di alcuni cittadini che lo avevano avvistato.

Sul posto i carabinieri e i Vigili del fuoco hanno lavorato ore per recuperare il cadavere.

Diana era uscita di casa lunedì mattina dicendo che sarebbe andata all’università ma non ha più fatto ritorno a casa.

L’ultimo messaggio lo ha scritto al padre a cui diceva di non poter rispondere. Poi da quell’istante il telefono è stato spento.

Diana ha scelto un posto impervio e molto alto per togliersi la vita. L’intento, forse, era quello di morire sul colpo.

Gli investigatori in queste ore stanno cercando di ricomporre il puzzle delle ultime ore di vita della studentessa.

Diana, a quanto pare, aveva sostenuto pochi esami all’Università ma in famiglia sapevano altro e che il traguardo della laurea fosse vicino.

Alla base dell’estremo gesto il mancato coraggio di dire la verità. Nessun messaggio è stato lasciato alla famiglia solo silenzio, il silenzio di quella “vergogna” che Diana chissà da quanto tempo si portava dentro.

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI SARNO

“E’ il momento dell’affetto, del raccoglimento.

Il mio appello è a tutta la comunità di Somma Vesuviana affinché si stringa attorno alla famiglia di Diana.

Lasciamo agli inquirenti la ricostruzione della dinamica degli eventi.

Io come sindaco, farò tutto quanto è nelle mie possibilità per far sentire alla famiglia di Diana affetto e vicinanza.

Non lasciamoci andare a considerazioni e a giudizi, ma raccogliamoci con il cuore e dimostriamo il nostro essere comunità”.

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