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Il poker è un gioco d’azzardo o di abilità?

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Il poker è uno dei giochi di carte più famosi e diffusi al mondo, ma non molti sanno che c’è un acceso dibattito che lo riguarda. Ad essere oggetto di discussione è la natura stessa di questo gioco, da cui dipendono una serie di conseguenze sia sul piano teorico, sia su quello pratico e anche sul piano normativo.

Il poker è un gioco d’abilità oppure un gioco d’azzardo? Ci sono posizioni differenti a riguardo e in questo articolo approfondiremo entrambi i punti di vista.

Diversi tipi di giocatori

Prima di rispondere alla domanda di cui sopra, è utile esaminare quali sono le tipologie di giocatori che si approcciano al poker. Esistono infatti due categorie di player, con caratteristiche ben distinte tra loro.

La prima categoria è rappresentata dal cosiddetto giocatore occasionale, cioè colui che gioca a poker solo per divertimento e utilizza il poker come passatempo, in modo più o meno saltuario. È focalizzato sull’aspetto emozionale del gioco, cioè è interessato alle emozioni e all’adrenalina al tavolo verde, ma non ha un approccio razionale finalizzato alla vincita. Questo tipo di giocatore non è realmente interessato alla strategia del poker, né è disposto ad investire tempo e risorse per migliorare il suo gioco: si affida unicamente alla fortuna o alle sensazioni del momento e questo approccio può portare anche a perdere i suoi soldi. Ma per il giocatore occasionale, che spesso si dà dei precisi limiti di spesa da non superare, si tratta semplicemente del prezzo da pagare per il divertimento.

Molto diverso è l’approccio dell’altra categoria, vale a dire il giocatore professionista. In questo caso il poker non è visto come un gioco, ma come una vera e propria disciplina sportiva. Per ottenere risultati il professionista studia molto i diversi aspetti del gioco, dalle regole alla strategia, ma anche la probabilità e la psicologia. Questo tipo di poker player si allena costantemente e partecipa a eventi come tornei, sia fisici che di poker online. Inoltre, c’è una differenza fondamentale con l’occasionale: il professionista non è focalizzato sulla singola partita di poker online o su una serata di gioco, ma punta ad essere vincente sul lungo periodo. Il suo approccio è estremamente razionale e, pur essendo appassionato di poker, ogni azione non è fatta per ottenere una soddisfazione personale, ma è calcolata per massimizzare il risultato economico nel corso del tempo. I migliori al mondo arrivano ad accumulare vincite per svariati milioni di dollari nel corso della loro carriera.

Il poker è uno sport?

A questo punto è abbastanza chiaro che, se si chiede ad un giocatore professionista, o aspirante tale, se il poker sia uno sport, la risposta sarà ovviamente sì. Per questo tipo di giocatore la componente dell’abilità è sicuramente superiore rispetto a quella dell’azzardo, che pure è presente.

Chi invece non si focalizza sulle capacità necessarie per migliorare a poker, afferma che la componente della fortuna è comunque determinante. Pertanto, non è possibile classificare il poker come un gioco di abilità puro, come ad esempio gli scacchi. In realtà, bisogna specificare anche l’orizzonte temporale che si prende in considerazione: nella partita singola a prevalere è sicuramente l’azzardo ed è per questo che dei principianti possono vincere contro dei professionisti, grazie a delle carte fortunate, ma sul lungo periodo il discorso cambia: qui a prevalere è sicuramente l’abilità ed è per questo che ai tavoli finali dei tornei si ritrovano sempre i giocatori più forti.

Quali sono le skill per giocare ad alti livelli?

Le abilità richieste per giocare ad alto livello sono diverse, molte più di quello che si pensa comunemente. Innanzitutto, è necessario uno studio approfondito della strategia, che deve essere utilizzata per aumentare le probabilità di vincita. La probabilità è una delle discipline più importanti per il poker, perché in base all’andamento della mano è possibile sapere quali sono le mosse che potrebbero risultare maggiormente vincenti.

Anche la psicologia è molto importante nel poker. Anzi, qualcuno dice che il poker è alla fine proprio un gioco psicologico. Ai giocatori è richiesto un elevato controllo delle emozioni e anche una approfondita conoscenza del linguaggio del corpo, la cosiddetta metacomunicazione. Nel poker è importante saper leggere i cosiddetti ‘tell’, cioè quei movimenti involontari che, se intercettati, possono essere un indizio utile per determinare la situazione dell’avversario. Si va dal tremolio delle mani alla direzione dello sguardo, il tutto tenendo anche in considerazione che i più esperti possono anche simulare dei falsi tell per confondere gli avversari.

Ma non solo, al tavolo verde sono richieste anche altre doti, come la concentrazione e la resistenza. Ai giocatori è richiesto di stare ore seduti a giocare, durante le quali sono chiamati a fare delle scelte importanti e pertanto devono rimanere concentrati a lungo. È fondamentale anche l’abilità di prendere delle decisioni dall’elevato valore economico in poco tempo e sotto stress.

Proprio alla luce di tutte queste capacità, per molti nel poker la componente dell’abilità è superiore alla fortuna e per questo dovrebbe essere considerato uno sport. Se non uno sport vero e proprio, almeno uno sport della mente. In realtà già da qualche decennio il poker è incluso tra le discipline delle Mind Sport Olympiad, un evento internazionale organizzato nel Regno Unito con cadenza annuale dalla Mind Sport Organisation. Ma c’è anche chi ha proposto di ammettere il poker alle Olimpiadi estive di Brisbane 2032.

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