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A Pompei venerdi 7 ottobre un focus su competetività ed internazionalizzazione di imprese

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NAPOLI – La capacità delle imprese di essere competitive sui mercati internazionali ha rilevanti effetti macroeconomici anche in ragione della forte vocazione industriale dell’economia italiana. La domanda estera ha infatti trainato la ripresa nell’ultimo biennio, in un contesto di debolezza della domanda interna, comune all’Italia e a molte economie avanzate.

È diffusa la consapevolezza che sia necessario intensificare ulteriormente la diversificazione dei mercati di sbocco dei prodotti, in particolare intercettando la domanda dei paesi a più rapida crescita. Ed è su queste premesse che i relatori intendono partire in un dialogo aperto con le imprese, professionisti e consulenti. Aprirà i lavori,  l’intervento di Donatella Donadio, presidente dell’associazione RicomincioDaQui: “Abbiamo puntato alla costituzione di una rete aperta e dialogante, il nostro obiettivo è rendere più funzionale il rapporto tra professionisti e imprese ed incentivare la condivisione di progetti ed iniziative per rispondere meglio alle sollecitazioni di un mercato in continua evoluzione ed affrontare le problematiche che quotidianamente si incontrano per fisco, tributi ed adempimenti, spesso autentico freno per le imprese più dinamiche”. La grande recessione del 2008-09 ha pesantemente colpito l’economia nazionale. La debole ripresa del 2010 e di parte del 2011 e gli stalli degli anni a seguire, fino alle riprese dello zero virgola di questi ultimi mesi, hanno fatto segnare soltanto un modesto recupero, in parte vanificato dall’arretramento seguito alle tensioni sui mercati del debito sovrano ancora in atto. “Da oltre un decennio l’economia del Paese segna il passo, sia in prospettiva storica, sia rispetto ai principali paesi europei – dichiara Giulia Cerchia, coordinatrice regionale di Imprese del Sud – I mutamenti radicali occorsi a partire dagli anni ’90 nell’economia mondiale con  il calo dei costi di trasporto, l’accesso ai mercati internazionali delle economie emergenti a basso costo del lavoro, e la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno fortemente aumentato la pressione competitiva sui produttori italiani, tanto nel mercato nazionale quanto su quello globale”.  In questo contesto ha preso le mosse l’integrazione internazionale dei processi produttivi nelle economie avanzate, un processo che appare strutturale e irreversibile. “Si è assistito a una divaricazione nei risultati tra una maggioranza di imprese, per lo più di piccola dimensione, che sono statiche, orientate al solo mercato domestico, poco propense all’innovazione, e un selezionato gruppo di imprese che sono mediamente più grandi, più produttive e innovative, proiettate sui mercati internazionali – dichiara Sergio Passariello- ceo del consorzio di internazionalizzazione Euromed  –  Nel nostro Paese prevalgono forme di internazionalizzazione di tipo tradizionale, come le esportazioni o i rapporti di sub-fornitura basati su accordi commerciali e produttivi con imprese estere; sono invece meno rappresentate modalità più complesse di investimento diretto all’estero volte a garantire una presenza stabile sui mercati più dinamici. Considerata la posizione geocentrica italiana ed in particolare del Sud, è necessario puntare a nuove strategie che coinvolgono reti di imprese in grado di rafforzarsi a livello globale e in particolare nell’area euro- mediterranea”.  Spazio anche alla formazione nelle imprese  e dei professionisti nel focus organizzato a Pompei con l’intervento di Luigi Quaranta, presidente di Fonditalia, ente associativo per la formazione continua.  Al focus è prevista la presentazione di un caso di impresa meridionale tradizionale ma che è volta all’innovazione con il caso dell’imprenditore conserviero Annibale Pancrazio, Presidente del Polo Distrettuale Pomodoro da industria. A concludere i lavori ci sarà l’intervento di Vincenzo Marrazzo –coordinatore dei distretti turistici.  Modera la giornalista economica Brunella Cimadomo.  

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