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Palazzo Mellucci immerso nel verde del Petraio al Vomero

NAPOLI – La pedamentina del Petraio che nei vari tratti viene definito dalla topomomastica Gradini, Largo, Rampe, Vico, Salita, Discesa era riportato anche sulla Mappa del duca di Noja (1774) come “salita del Petraro” . Parte da via Caccavello nella zona di San Martino e arriva al Corso Vittorio Emanuele. Un tempo la salita era in ripido pendio e pavimentata con ciottoli da cui forse il nome. Nascosto sotto la collina del Vomero, lungo la quale si snoda tortuosa, via Palizzi una delle strade in assoluto più belle e più panoramiche sino a via Vianelli è una vera e propria oasi di serenità, a pochi passi dalla centralissima piazza Vanvitelli.

Palazzi signorili e splendide ville si susseguono una dopo l’altra, conferendo al Petraio un’atmosfera davvero nobiliare. Sino a giungere nella zona pedonale, posto turistica per eccellenza dove si trova l’ex Palazzo a Monte dei Mellucci.
Progettata e realizzata nel 1924 dall’ing. Gioacchino Luigi Mellucci che la utilizzò come dimora di famiglia da cui il nome.

Il Palazzo ha un profilo sinuoso che segue l’andamento curvilineo della rampa dell’arco del Petraio alla confluenza con la pedamentina di San Martino e con la diramazione di via Palizzi e, per la libertà della pianta nonché per la presenza dell’acciaio e vetro delle balconate, rimanda ai caratteri essenziali del liberty napoletano. L’ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci che quest’anno si celebrano i 150 anni dalla nascita partecipò infatti attivamente alla stagione del liberty napoletano nei primi decenni del Novecento e collaborò tra l’altro con Pier Luigi Nervi nella realizzazione del Teatro Augusteo e della Funicolare Centrale, e con Mannajuolo alla creazione dei palazzi in via dei Mille, Filangieri con la scala del Palazzo Mannajuolo, Villa Santarella di Scarpetta e parco Margherita.

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