SALERNO – L’Artrite Reumatoide (AR) è una malattia autoimmune sistemica che comporta disabilità oltre ad un aumento della morbilità e mortalità cardiovascolare: dunque ha un alto costo sociale oltre a compromettere notevolmente la qualità della vita di chi ne soffre. Se fino solo a pochi anni fa alla medicina non restava che “accompagnare” il malato nel lungo percorso della disabilità con gli antidolorifici, oggi ci sono armi efficacissime, costituite dai farmaci biologici e dai più moderni jack-inibitori che non solo agiscono sul dolore, ma consentono di ridurre l’attività della malattia fino, in molti casi, anche alla sua remissione.
Tuttavia, l’efficacia della terapia dipende strettamente dalla tempestività della diagnosi e dal follow up del paziente, per calibrare i farmaci sulle sue specifiche necessità: da qui la necessità di elaborare nuovi strumenti per l’assistenza sanitaria, che consentano la gestione dei pazienti anche da remoto, attraverso l’attivazione di una rete tra specialisti e medici di medicina generale.
Se ne è discusso in un workshop ad alta specializzazione organizzato dalla società napoletana di consulenza sanitaria SaniProGest, al Grand Hotel Salerno, con interventi tra gli altri del Prof. Paolo Moscato, reumatologo del San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno, Patrizia Amato reumatologa, Concetta De Rosa della Fimmg di Salerno.