NAPOLI – Uno studio scientifico ha rivelato che il consumo di caffè può essere collegato a un minor rischio di cancro dell’endometrio, la mucosa che riveste la superficie interna dell’utero. Nel dettaglio la caffeina è stata individuata come fonte di effetti benefici per alcune patologie ginecologiche. Lo studio ha preso in esame 24 precedenti ricerche sull’assunzione di caffè con 9.833 casi incidenti di cancro dell’endometrio (EC), un tipo di cancro che inizia nel rivestimento dell’utero, con 699.234 individui inclusi nello studio. I risultati hanno rivelato che le donne che consumavano regolarmente caffè avevano un rischio relativo inferiore del 29% di sviluppare il cancro dell’endometrio, rispetto a quelle nella categoria più bassa di consumo di caffè. Mentre gli autori dell’analisi hanno evidenziato una pletora di meccanismi legati ai potenziali effetti antitumorali del caffè, hanno ammesso che sarebbero comunque necessari ulteriori studi, con un campione di grandi dimensioni, “per ottenere maggiori informazioni sui benefici del consumo di caffè in relazione al rischio di EC”.Precedenti revisioni scientifiche hanno dimostrato che bere caffè può stimolare alcuni processi digestivi, poiché innesca secrezioni gastriche, biliari e pancreatiche, vitali per la digestione del cibo.La bevanda può avere un effetto protettivo anche contro i calcoli biliari e malattie del fegato come la pancreatite, secondo una revisione di 194 pubblicazioni di ricerca, condotta da Astrid Nehlig, Ph.D., Direttore emerito della ricerca presso l’Istituto nazionale francese di salute e ricerca medica (INSERM). Lo studio, è stato pubblicato sul Journal of Obstetrics and Gynecology Research. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rileva come ancora una volta la scienza dimostra come non sempre ciò che riteniamo particolarmente dannoso, come un paio di tazzine in più di caffè, risulti essere in realtà innocuo o addirittura costituisca un beneficio. Ciò vale particolarmente per quella che è ormai da decenni una bevanda insostituibile per milioni d’italiani.