NAPOLI – È un intervento delicato e complesso quello portato a termine con successo dall’équipe di Chirurgia endoscopica, diretta dal professor Giovanni Domenico De Palma. I chirurgi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli sono intervenuti per eliminare con un intervento endoscopico un voluminoso diverticolo di Zenker. Si tratta di una sorta di sacca che si viene a creare nella parete posteriore dell’esofago cervicale e rappresenta il diverticolo esofageo di più frequente riscontro. La sua incidenza è compresa tra lo 0,01% e lo 0,11% ed è tre volte più frequente nel sesso maschile, generalmente, insorge in età media ed avanzata.
«La tecnica che abbiamo eseguito consente di eliminare, per via mini-invasiva, la sacca del diverticolo evitando così che il cibo vada ad accumularsi e consentendo al paziente di riprendere un’alimentazione regolare – spiega il professor De Palma, direttore del Dipartimento ad Attività Integrate di Chirurgia Generale, dei Trapianti e Gastroenterologia – Questo tipo di intervento si esegue attraverso la cavità orale, con un endoscopio flessibile chiamato gastroscopio e non lascia nessuna cicatrice esterna sul paziente. Un intervento molto sicuro, ovviamente se eseguito da mani esperte, che richiede un ricovero breve, di una-due notti ».
Una patologia che può davvero incidere fortemente sulla qualità della vita di chi ne è affetto che provoca principalmente difficoltà nella deglutizione del cibo, il cosiddetto “boccone di traverso”, spesso accompagnate da tosse e possibilità di inalazione, nelle vie respiratorie, di cibo che determinano broncopolmoniti recidivanti. La terapia consiste, di norma, in un trattamento chirurgico che prevede una incisione al collo e la resezione della sacca diverticolare e dei muscoli che circondano l’estremità superiore dell’esofago.
«La tecnica mini-invasiva che abbiamo eseguito per via endoscopica è in grado di risolvere la sintomatologia in una elevata percentuale di casi e riduce i tempi di degenza per i pazienti, accelerandone la ripresa», aggiunge De Palma.
La chirurgia endoscopica federiciana è centro di riferimento per il trattamento di questa patologia e si occupa anche del trattamento endoscopico delle patologie bilio-pancreatiche benigne e maligne, dei disturbi funzionali dell’esofago, come l’acalasia, delle lesioni neoplastiche superficiali dell’apparato digerente e del trattamento palliativo endoscopico del cancro esofageo.
«Garantire ai pazienti trattamenti che sappiano coniugare innovazione tecnologica e umanizzazione dell’assistenza attraverso delle risposte chirurgiche che ne riducono i disagi, è l’obiettivo raggiunto dalla nostra equipe che ancora una volta si attesta punto di riferimento per la chirurgia endoscopica di terzo livello, ben oltre i confini regionali», sottolinea Giuseppe Longo, Direttore Generale dell’AOU Federico II.