NAPOLI – La pandemia non ha fermato, ma solo rallentato la sempre maggiore propensione all’utilizzo della TAVI.
La tecnologia che consente di impiantare una valvola aortica trans-catetere in caso di patologie cardiovascolari molto gravi come la stenosi aortica degenerativa.
Evitando gli interventi a cuore aperto.
Negli ultimi cinque anni, infatti, il numero complessivo di interventi in Italia è quasi raddoppiato, da 4500 a 8200, pur con un drastico calo nel primo anno di Covid.
La Campania, invece, in un solo anno ha visto effettuati 797 interventi TAVI, pari al 10,5% del totale degli interventi nel nostro Paese.
Un dato che ha portato la nostra Regione al terzo posto in Italia, alle spalle solo della Lombardia e del Veneto.
Sono alcuni dei dati che confermano l’eccellenza della Regione in questo campo, diffusi nel corso del convegno dal titolo “La Tavi nel paziente low-risk”, che si è tenuto a Napoli.
L’evento si è svolto sotto l’egida della Società Italiana di Cardiologia Interventistica presieduta dal professore Giovanni Esposito.