L’infarto acuto del miocardio rappresenta una delle principali cause di morte a livello globale. La pandemia da SARS-Cov-2 non ha modificato l’incidenza della malattia; tuttavia, è stata registrata un’allarmante riduzione dei pazienti che hanno richiesto cure mediche per infarto acuto del miocardio.
In piena emergenza Covid-19, la Regione Campania ha mantenuto operativo tutto il sistema dedicato alle emergenze tempodipendenti come quelle legate alle patologie cardiache: in questo modo ha contribuito all’analisi del fenomeno attraverso uno studio che è stato pubblicato su Circulation, una delle riviste cardiologiche più autorevoli al mondo.
Il Professor Giovanni Esposito, Ordinario di Cardiologia e Direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC presso l’AOU “Federico II” e coordinatore dello studio, spiega: “Si susseguono, dall’inizio della pandemia, gli appelli delle più importanti società scientifiche di cardiologia a non sottovalutare i sintomi dell’infarto ed attivare il 118, considerando gli ospedali dei luoghi sicuri e non temendo il contagio; ciò che si sta osservando, tuttavia, è una diminuzione preoccupante del numero di pazienti che richiede soccorso per infarto acuto del miocardio, non per una riduzione effettiva degli stessi, quanto probabilmente per la paura del contagio”.
Gli autori del lavoro hanno raccolto i dati relativi agli interventi di angioplastica coronarica eseguiti nelle 4 settimane dopo il primo caso confermato di infezione da SARS-Cov-2 in Campania (27 Febbraio) e li hanno confrontati con quelli eseguiti nelle 4 settimane antecedenti e con quelli effettuati durante lo stesso periodo nel 2019.
Il Dott. Raffaele Piccolo, Dirigente Medico e ricercatore in Cardiologia presso l’Università Federico II e primo autore del lavoro, spiega: “Nei 20 centri di Cardiologia interventistica campani che hanno partecipato al lavoro, sono state eseguite circa 1,800 angioplastiche dal 30 gennaio al 26 Marzo 2020.
Dall’inizio della pandemia da SARS-Cov-2, abbiamo osservato una riduzione delle procedure di più del 30% rispetto al periodo antecedente e allo stesso arco temporale dello scorso anno. Tale riduzione è stata uniforme attraverso la nostra regione ed è arrivata fino al 50% nelle sole prime due settimane di lockdown”.