NAPOLI – Per garantire la sicurezza nelle strutture sanitarie e ospedaliere sono necessarie più risorse economiche e risorse umane. E’ l’allarme lanciato in occasione di ‘OspedaleSicuro 2022’, manifestazione promossa dalla Scuola di Medicina e dal Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II, con il patrocinio di Inail. Una richiesta che arriva a valle di due anni di pandemia da covid che ha acceso i fari sull’organizzazione delle strutture sanitarie, sulla necessità di dispositivi di protezione e di istituire percorsi dedicati.
‘’L’obiettivo è fare il punto su come è mutato il bisogno di sicurezza e di prevenzione dopo il covid – ha detto Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina dell’Ateneo federiciano – la situazione endemica del covid richiede una profonda riflessione su come riorganizzare la sanità del futuro: bisognerà capire se ad esempio sarà il caso di avere reparti specifici covid o se invece si andrà nella direzione di aver camere di isolamento nell’ambito dei reparti’’. Durante il convegno, in programma oggi e domani, saranno affrontati e approfonditi, nelle diverse tavole rotonde che si succederanno, molteplici temi che legano la sanita’ e la sicurezza sul lavoro tra cui ergonomia e rischio clinico, sorveglianza e aspetti medico-legali, individuazione e sistemi correttivi dei rischi psicosociali e nuovi scenari della medicina preventiva e occupazionale.
Tra gli scopi di OspedaleSicuro anche la creazione di un tavolo permanente nel quale le diverse realtà sanitarie del territorio non solo campane ma anche di altre regioni possano scambiarsi esperienze e proposte. ‘’Il covid ha ulteriormente complicato la gestione della sicurezza nelle strutture sanitarie – ha sottolineato Giuseppe Longo, direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Federico II – ritengo che accanto alle azioni sia fondamentale portare nelle Aziende ospedaliere la cultura della sicurezza perché non basta solo garantire un ambiente di lavoro sicuro in termini di procedure assistenziali e dell’utilizzo delle tecnologie, ma si deve garantire piena sicurezza a tutti: malati, operatori, visitatori, studenti e specializzandi’’.