NAPOLI – Per molti napoletani che soffrono di malattie croniche il supporto dei propri familiari è fondamentale: dalla prenotazione delle visite all’aiuto nelle piccole attività quotidiane, i familiari caregiver possono svolgere un ruolo importante nella gestione di una cronicità. Purtroppo, come rivela l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità[1] di UniSalute, spesso il loro compito viene reso più complicato dalle difficoltà nell’accedere ai servizi di assistenza, con circa i due terzi che dichiarano di aver incontrato ostacoli in questo senso.
Dalla ricerca è emerso come a Napoli una persona affetta da patologie croniche su quattro (25%) necessiti di un’assistenza almeno saltuaria, e che nel 75% dei casi a fornirla siano prevalentemente i familiari. Quasi due terzi di essi (63%), però, ha riscontrato difficoltà nell’accedere ai servizi che dovrebbero aiutarli nell’assistenza al malato.
Il problema numero uno è la burocrazia: le pratiche necessarie per fare richiesta sono indicate come un ostacolo dall’84% del campione. Quasi tre napoletani su cinque, inoltre, ritengono che le risorse e i fondi per l’acceso ai servizi non siano sufficienti (58%), mentre il 38% lamenta l’assenza di servizi specifici sul territorio. Infine, spesso si riscontra una scarsa flessibilità nel venire incontro alle esigenze delle famiglie (30%).
Come semplificare allora la vita dei caregiver? Innanzitutto, secondo gli intervistati da UniSalute, dedicando maggiori risorse e fondi ai servizi di supporto (76%). Molti vorrebbero inoltre poter usufruire di servizi di sostegno psicologico (56%) e di comunità online per la condivisione di esperienze tra familiari caregiver (50%). Piacciono anche i dispositivi di telemonitoraggio (45%), che rendono più semplice tenere sotto controllo l’andamento della malattia direttamente da casa, anche se ad oggi sono utilizzati solo da una minima parte (5%) dei malati cronici napoletani.
Guardando invece alla quotidianità di chi soffre di una cronicità, dalla ricerca emergono come utili alcuni servizi, in particolare la consegna a domicilio di ricette e medicinali (70%), i servizi di consulenza che aiutano a individuare cure e altre opportunità di assistenza (62%) e la possibilità di effettuare esami e ricevere assistenza infermieristica a domicilio (59%). Anche sotto questo punto di vista gli strumenti della telemedicina – come le televisite – vengono apprezzati, con quasi la metà del campione (59%) che le considera utili.