NAPOLI – “L’intelligenza artificiale può interpretare le immagini Tac del pancreas, vedendo un tumore duttale che il medico potrebbe non diagnosticare quando troppo piccolo, sfuggendo alla diagnosi precoce. L’esame Tac consente una diagnosi accurata di carcinoma duttale al pancreas, ma nei casi di neoplasie di dimensioni inferiori ai 2 centimetri non sono identificabili”. A dirlo è Marco Di Serafino – Direttore facente funzione dell’Uoc Radiologia dell’Aorn A. Cardarelli, intervenuto alla terza edizione dell’open meeting “Grandi Ospedali”, l’evento organizzato da Koncept che è già diventato un punto di riferimento nell’orizzonte della sanità nazionale.
L’appuntamento 2024 – ieri e oggi – è stato ospitato a Napoli, in due location d’eccellenza: l’Aorn A. Cardarelli (29 maggio) e l’Università Federico II (30 maggio).
“Grandi Ospedali – spiega Salvatore Ascione, Direttore Uoc Gestione Sistemi Informatici del Cardarelli – ci consente davvero di fare rete rispetto ad una serie di sfide cruciali per la sanità del futuro. Un panorama all’interno del quale si inserisce oggi a pieno titolo la partita dell’intelligenza artificiale, perché muta radicalmente il nostro approccio a questioni impattanti, strettamente legate alla salute e in certi casi alla sopravvivenza stessa del paziente”.
Come nel caso del progetto – al quale verrà dedicato un tavolo di approfondimento Coordinato dalla Dott.ssa Luigia Romano durante il meeting – in corso all’Ospedale Cardarelli di Napoli, sviluppato insieme al Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
“Il carcinoma duttale del pancreas – spiega la dottoressa Romano – è molto difficile da diagnosticare quando ha piccole dimensioni. Il modello di Ai che ha implementato il Dipartimento in collaborazione con la nostra Radiologia, tuttavia, riesce a interpretare le immagini TAC, svelando la presenza di eventuali neoplasie anche se di misure ridotte. Ogni anno in Italia vengono accertati circa 14mila carcinomi duttali del pancreas per i quali, purtroppo, la diagnosi è spesso tardiva. Si comprende, allora, come l’applicazione di questa tecnologia che ci permette di accertare un tumore già in fase precoce, possa far intravedere un cambio di prospettiva in termini di tempestività delle cure da prestare al paziente”.
Ma l’ingresso dell’Ai nei Grandi Ospedali, evidenzia Ascione, non si ferma qui. Il prossimo passo, collocato in un futuro imminente, è quello di applicarla anche allo sviluppo di protocolli di trattamento e al monitoraggio e cura dei pazienti, grazie ai dati raccolti con il processo di informatizzazione in atto. “Al Cardarelli, dove è in uso da tempo la cartella clinica elettronica, stiamo evolvendo il processo di informatizzazione del ciclo del farmaco, dall’approvvigionamento fino alla somministrazione con carrelli farmaceutici informatizzati a letto del paziente, con il duplice scopo di minimizzare il rischio clinico e contenere la spesa sanitaria. Il prossimo passo sarà applicare l’Ai ai dati di tale processo ed alle informazioni delle cartelle cliniche, al fine di creare correlazioni tra informazioni che possano permettere di creare degli alert utili per l’individuazione di patologie non diagnosticate”.