NAPOLI – “Stando a dichiarazioni riportate dalla stampa, il Presidente del Pd metropolitano Mancuso critica il governo regionale sul tema vaccini, con l’argomento: prima la salute, dopo l’economia. Si tratta di una critica del tutto gratuita, superflua e rivolta al destinatario sbagliato”. Così il Vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola commentando la situazione vaccini.
Tutti gli atti del Presidente De Luca, da quando è scoppiata l’emergenza Covid, sono stati ispirati al primato della tutela della salute dei cittadini campani. Basterebbe ricordare che la Campania registra il tasso di mortalità più basso e le terapie intensive meno occupate d’Italia. Nonostante 15mila dipendenti in meno nella sanità rispetto alle altre regioni.
La Campania è stata fin da subito sulla linea del rigore e del massimo impegno nel contrasto al Covid. Ed a questa linea è rimasta sempre fedele, come anche oggi in tema di vaccinazioni.
Stupidamente ideologico il riferimento ai vip di Capri, che con Ischia, Procida e la fascia costiera della Campania, rappresenta il lavoro per decine di migliaia di lavoratori e di stagionali tra i più penalizzati in questo anno. Forse qualche pensionato di lusso non se n’è accorto.
Ragioniamo senza demagogia, partendo dai fatti.
La campagna vaccinale si è fin qui mossa, nel rispetto delle priorità stabilite a livello nazionale, per tre fasi successive:
1. Mondo sanità e anziani in residenze sanitarie assistite;
2. Forze dell’ordine e personale scolastico/universitario;
3. Over 80, over 70, soggetti fragili e disabilità gravi.
Concluse sostanzialmente le fasi 1 e 2, è in corso di svolgimento la fase 3.
La copertura vaccinale dei soggetti, in questa fase, risente delle riduzioni di forniture dei vaccini che hanno fortemente penalizzato la Campania (in rapporto alla popolazione mancano a tutt’oggi 176.000 dosi). Se le riduzioni saranno riequilibrate e si rispetteranno i tempi di consegna annunciati dal commissario di governo, entro 30 giorni si può raggiungere in Campania il punto di equilibrio fra vaccini disponibili e fabbisogno globale dei soggetti rientranti in fase 3. A quel punto si potrà aprire una fase 4 che, unitamente alla fascia di età (over 60) potrà prevedere paralleli criteri di priorità diverse dalla sola età.
Di questo si sta già discutendo a livello nazionale, valorizzando anche opportunità organizzative delle vaccinazioni del personale di aziende che potranno aderire, su base volontaria, ad apposito protocollo promosso dal Ministero del Lavoro.
In Campania, che ha nel comparto turismo un punto di forza, si stanno prevedendo analoghi protocolli. E’ evidente che occorre prima completare le coperture vaccinali per over 80, over 70, fragili e disabili.
Perché un’iniziativa nazionale sulla programmazione di percorsi paralleli (chiusa la fase 3) che unisce età e criteri professionali non desta nessuno scandalo ed in Campania, con la stessa logica, parlare di turismo desta reazioni demagogiche e scomposte? Perché, invece di agitare polemiche sul nulla non si parla dello scandalo vero: la discriminazione della Campania nella distribuzione dei vaccini?”.