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Dimissioni Draghi, il sindaco di Napoli Manfredi teme per il futuro di Napoli (VIDEO)

NAPOLI (di Anna Calì) – Mario Draghi si è dimesso.

Si andrà al voto probabilmente tra il 18 settembre al 25 settembre, accantonata, dunque, l’ipotesi del 2 ottobre.

Occorre accelerare perché si ha il bisogno di avere quanto prima un governo nel pieno delle proprie funzioni, in maniera tale da disegnare la legge di bilancio e raggiungere gli obiettivi del Pnrr del secondo semestre dell’anno.In seguito al colloquio con Mattarella, dove ha comunicato le sue dimissioni, il Presidente ha lasciato il Quirinale. All’inizio del suo intervento, commosso ha commentato così:  “A volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato”.

Le conseguenze di questa caduta sono subito balzate all’occhio con la Borsa che crolla e lo Spread che vola. Una crisi questa che ci esporrà a rischi molto pesanti, soprattutto perché Mario Draghi era apprezzato ed elogiato in Europa, in particolar modo dalla Presidentessa Ursula Von Der Leyen.

Non è servita la fiducia incassata in Senato, con 95 voti favorevoli: il risultato più basso che il governo ha ottenuto in questa legislatura. A mettere la parola fine al governo Draghi non è stato solo il Movimento 5 stelle che non ha partecipato al voto, ma sono pesate anche le assenze di Lega e Forza Italia. Quest’ultimo, sta subendo un vero e proprio sfaldamento; sia la Ministra Mariastella Geminiano e il Ministro Renato Brunetta hanno lasciato il partito.

Dopo il no alla fiducia a Draghi la Ministra Gelmini dichiara: “Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia, apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo. In un momento drammatico per la vita del Paese – dichiara la ministra per gli affari regionali, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi.

Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito.” Il Ministro Brunetta commenta così il suo addio: ”Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato se stessa e ha rinnegato la sua storia.

Non votando la fiducia a Draghi, il mio partito ha deviato dai valori fondanti della sua cultura: l’europeismo, l’atlantismo, il liberalismo, l’economia sociale di mercato, l’equità, i cardini della storia gloriosa del Ppe, a cui mi onoro di essere iscritto, integralmente recepiti nell’agenda Draghi e nel pragmatismo visionario del Pnrr.”

Oggi il Capo dello Stato incontrerà alle 16.30 la Casellati e alle 17.00 Roberto Fico. Si avvia così il percorso costituzionale che porterà allo scioglimento delle Camere.
Sgomento e preoccupazione anche dall’ex Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris che commenta così: “Non meritiamo un teatrino parlamentare così deludente, scadente, scaduto e lontano dalle sofferenze della gente. Fanno rimpiangere momenti di prima Repubblica.”

Il Parlamento europeo guarda con attenzione alla vicenda italiana: Iratxe Garcia Perez, capogruppo dei socialisti al Parlamento Europeo, ha espresso “preoccupazione per l’evolversi della crisi di governo in Italia” indicando “i populisti e il Partito popolare europeo come responsabili di questa situazione”. Gunnar Beck, europarlamentare tedesco del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, in un tweet si è rivolto all’elettorato tedesco.

“Presto probabilmente i tedeschi dovranno salvare gli italiani. Visto quello che sta succedendo ci sembrerà di aver dato degli spiccioli alla Grecia 10 anni fa. Potrebbe essere l’inizio della fine”, ha dichiarato Beck riferendosi ai rischi per la sostenibilità del debito italiano in seguito alla caduta del governo Draghi.

Intanto la crisi mina anche l’operato politico istituzionale dei comuni.

Gaetano Manfredi ai nostri microfoni spiega quali ripercussioni avrà questo scenario politico per la città di Napoli.

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