POZZUOLI – “L’arresto di Gennaro Imperatore, accusato di aver ucciso il cane Spike nel 2014 dopo averlo dato alle fiamme nei giardinetti del Rione Toiano a Pozzuoli, è emblematico per due motivi: da un lato evidenzierebbe ancora una volta la sua natura tendenzialmente violenta e criminale; dall’altro ci dice che coloro che ritirarono la denuncia nei suoi confronti sbagliarono perché oggi probabilmente costui non sarebbe stato nelle condizioni di commettere il tentativo di estorsione. L’omertà non va mai nella stessa direzione della giustizia e della legalità”.
Lo ha dichiarato il vicesindaco e assessore all’Ambiente del Comune di Pozzuoli Fiorella Zabatta, all’indomani dell’arresto del 27enne del Rione Toiano.
“E’ finito in manette Gennaro Imperatore, il 27enne che, nel 2014, fu accusato di aver ucciso il cane Spike dopo averlo dato alle fiamme nei giardinetti del rione Toiano a Pozzuoli. All’epoca la fece franca grazie agli accusatori che ritirarono le denunce.
Stavolta, invece, gli è andata male e lo hanno arrestato per i tentativi di estorsione, pistola in pugno, ai corrieri. Un reato che non avrebbe commesso se chi lo accusava non si fosse tirato indietro”. Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.
“Purtroppo il caso di Imperatore è pienamente rappresentativo di come gli atteggiamenti omertosi rappresentino uno dei principali propellenti della criminalità. Coloro che ritirarono le denunce, dinanzi alla notizia dell’arresto, dovrebbero passarsi una mano per la coscienza. Lasciare a piede libero i criminali significa dargli la possibilità di continuare a delinquere”.