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Campi Flegrei, il vulcanologo De Natale: “Abbiamo sfiorato la tragedia”

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Nella notte scorsa, l’area dei Campi Flegrei ha sfiorato la tragedia con un terremoto che segna un nuovo picco nella crisi sismica in corso. L’aumento della pressione sotterranea sta rendendo la terra sempre più instabile, con scosse sempre più frequenti e intense. Ma quanto è alto il pericolo? E quali misure si dovrebbero adottare subito?

Ne parliamo direttamente con il vulcanologo Giuseppe De Natale il quale decide di rispondere a titolo personale in base alla sua esperienza: “Stanotte abbiamo sfiorato la tragedia. Come ho spiegato più volte, questi terremoti sono conseguenza dell’aumento di sforzo in profondità: l’aumento di sforzo (o di pressione, termine più comprensibile) genera sia il sollevamento del suolo che i terremoti, perché spacca le rocce. Poiché questa fase di sollevamento va avanti da 19 anni (iniziata nel 2006) con un sollevamento totale di 1,40 metri, vuol dire che la pressione è progressivamente aumentata, ed infatti è progressivamente aumentata la sismicità, sia come frequenza di terremoti che come magnitudo massima. Oggi il livello massimo del suolo è oltre 40 cm più in alto di quanto fosse nel 1984, alla fine della crisi precedente: ecco perché oggi ci sono più terremoti e più forti di quelli degli anni ’83-’84.

Inoltre, sappiamo che la sismicità dipende, oltre che dal livello assoluto del suolo (quindi dal livello di pressione) anche dalla velocità di sollevamento del suolo: dal 15 Febbraio la velocità di sollevamento è triplicata, passando da circa 1 cm/mese a 3 cm/mese. Quindi, intanto questo aumento di velocità spiega gli intensi sciami, con sismicità sostenuta e quasi continua in atto dal 16 Febbraio, ed inoltre indica che dobbiamo purtroppo aspettarci, finché rimane a questi livelli o addirittura aumenta, che la sismicità si mantenga sostenuta o addirittura aumenti, sia in frequenza che in magnitudo. E, come ci insegnano i precursori dell’eruzione del 1538, che durarono oltre cento anni, questa sismicità potrebbe durare ancora per decenni. Il terremoto di oggi, peraltro, insieme a quello del 20 Maggio scorso, è stato il più forte mai registrato in quest’area, almeno dal 1580. Dobbiamo perciò assolutamente evitare che la gente continui ad abitare in edifici fatiscenti, che possono collassare con le prossime scosse: questi vanno immediatamente identificati e sgombrati; se non si riesce a fare rapidamente queste operazioni, credo si debba preventivamente evacuare almeno l’area a massimo rischio, quella dove si generano i terremoti più forti. Anche perché, sia dalle cronache storiche che da calcoli teorici, sappiamo che in quest’area potranno avvenire, in futuro terremoti con magnitudo fino al 5 grado: che vuol dire oltre 10 volte più forti, come energia, rispetto a quello di stanotte e del 20 Maggio”.

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