“Abbiamo voluto il Press Tour Geo – Archeologico e lo abbiamo voluto via mare perchè il mare, quel Mediterraneo che sembra essere luogo di dolore è invece luogo di storia. Per la prima volta la Stampa Estera ha visitato la MareNostrum Dike. Ricordo che era Oceanis 473 intercettata dalla Guardia di Finanza a largo delle coste siciliane sulla tratta dalla Turchia alla Sicilia. In soli 16 metri gli scafisti facevano salire ben 101 persone, trafficando bambini, anziani, donne, persone. L’imbarcazione è stata sequestrata e la Procura di Ragusa l’ha affidata in custodia ad Archeoclub d’Italia. Noi l’abbiamo trasformata in MareNostrum Dike. MareNostrum dal nome del Dipartimento Marino con il quale Archeoclub d’Italia da la possibilità ai giovani di conoscere il patrimonio costiero, mettendo anche in campo attività di recupero ambientale. Dike dal nome della dea della Giustizia nella mitologia Greca. MareNostrum oggi è parte di un ampio progetto in collaborazione con il Centro di Giustizia Minorile della Campania, Marina Militare, Corpo Militare dell’Ordine di Malta e le varie Arpa regionali. Al termine di corsi di formazione con teoria e pratica, i ragazzi dell’Area Penale di Napoli che hanno aderito al progetto ed hanno conseguito il brevetto da sub scoprendo emozioni intense sui fiondali marini ed immergendosi. Qualcuno, come Umberto, è riuscito anche a vincere la Borsa di Studio per diventare Operatore Tecnico Subacqueo. Dunque per questi ragazzi c’è un’altra uscita, una speranza, la luce. Cercheremo di seguire le tracce della storica nave – scuola, Caracciolo, che salvò ben 700 ragazzi dalla strada. Con la Stampa abbiamo voluto dare vita al primo tour geo – archeologico e c’era Umberto. Il luogo migliore era sicuramente il Parco Archeologico di Baia sommersa perchè siamo convinti che con la cultura, con la partecipazione sociale, con l’impegno si possa dare una luce! Il nostro obiettivo non era il mettere al centro i Campi Flegrei ma il mettere insieme giovani, stampa, conoscenza del patrimonio culturale e geologico ma soprattutto due storie di rinascita come l’imbarcazione MareNostrum, un tempo Oceanis 473 con immigranti, luogo di dolore, oggi però di luce e la storia dei ragazzi che hanno rinnegato e condannato la legalità abbracciando la cultura, la conoscenza!”. Lo ha affermato Francesca Esposito, Respensabile delle Attività Sociali di Archeoclub d’Italia – MareNostrum.
Ed è una storia di rinascita! Da Umberto l’appello ai suoi coetanei e a tutti i ragazzi. La cultura, la conoscenza, sono fondamentali!
“Ai ragazzi vorrei dire che con la cultura possiamo vedere il bello – ha affermato Umberto – ed io oggi ho avuto l’opportunità di essere nei luoghi della storia. Quando sono entrato al Parco Archeologico ho immaginato coloro i quali quei luoghi li hanno vissuti più di 2000 anni fa. Ai ragazzi che intraprendo strade ambigue, sbagliate, che addirittura ammazzano, io dico che la vita propria e degli altri è un dono e che si rischia di non ritornare indietro”.
Nel cuore della conoscenza geologica e archeologica di siti unici al Mondo! La stampa è stata accompagnata al Tempio di Venere chiuso al pubblico!
“Indagando un settore, in particolare della zona A di Baia, sono venuti alla luce dieci mosaici geometrici colorati. Ma l’intera area dei Campi Flegrei è davvero piena di testimonianze. Nell’ultimo anno il Parco sommerso di Baia ha superato i 20.000 visitatori, ovviamente sono visite subacquee. Circa il 70% proviene dall’estero, mentre nel suo insieme, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, registra 200 – 300.000 visitatori all’anno, appena il 5% o il 10% dei turisti che vanno a Pompei. Il Bacino Archeologico dei Campi Flegrei è invece enorme ed ha pochi confronti al Mondo in quanto i Romani costruirono parecchio e prima dei Romani anche i Greci, pensiamo a Cuma costruita dall’ottavo secolo avanti Cristo. Il desiderio di avere in questi luoghi una grande villa o di creare commercio, era davvero enorme. Tutto il perimetro, soprattutto affacciato sul mare, è stato costruito ed ha lasciato un grande patrimonio. Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei apre ben 27 siti sparsi per il territorio ed i resti archeologici si possono vedere in ogni angolo dei Campi Flegrei. Ad esempio abbiamo accompagnato con le dovute cautele, la stampa al tempio di Venere, chiuso al pubblico in quanto necessita di una messa in sicurezza, ma era un sito da far conoscere per la sua architettura. Abbiamo accompagnato la stampa anche al Tempio di Mercurio, alle Terme e al Tempio di Diana. La sublimazione è nel Parco sommerso di Baia. Il Parco Archeologico sommerso di Baia è una palestra da sempre – ha dichiarato Enrico Gallocchio, archeologo Responsabile del Parco sommerso di Baia per il Ministero della Cultura, docente di archeologia subacquea all’Università di Ferrara – anche per avvicinare i giovani. Lì ci sono mosaici sommersi. E’ un’archeologia subacquea che attrae con resti che sono a 2, 4 metri di profondità. In questo modo riusciamo a far conoscere contesti unici, in un modo totalmente diverso come l’immersione subacqueo e oggi è indicata dall’Unesco come buona pratica. Oggi il turismo archeologico subacqueo di quest’area registra ben 20.000 presenze l’anno. E’ chiaro che è un contesto che vogliamo far crescere ma anche tutelare”.
Enrico Gallocchio, archeologo, docente di archeologia subacquea dell’Università di Ferrara, Responsabile del Parco sommerso di Baia, durante l’intera navigazione, ha tenuto un briefing a bordo della MareNostrum Dike con la descrizione immediata dei siti archeologici e delle aree archeologiche di costa, dal Parco della Gaiola, a Baia sommersa. La stampa ed Umberto, hanno poi potuto ammirare i siti in superficie come il Tempio di Venere, il Tempio di Mercurio, le Terme di Baia, il Tempio di Diana.
Il noto geologo Giuseppe Luongo, già Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha accolto la stampa all’arrivo a Baia. La cultura è fondamentale! Lo è soprattutto per i giovani e il Press Tour ha voluto unire stampa e giovani!
“Il Press Tour di Archeoclub d’Italia, il portare la stampa è fondamentale per dare un’immagine la più aderente alla realtà di questo territorio. E’ fondamentale far conoscere e vedere e l’avere reso parte i ragazzi dell’Area Penale. Qui si sono realizzati interventi antropici incredibili fatti 2000 anni fa e questa storia non è conosciuta ai ragazzi. Far vedere e toccare con mano è fondamentale. Con la cultura si cresce, senza cultura si torna indietro. La conoscenza anche geologica è fondamentale. Tutte le caldere sono strutture vulcaniche molto complesse, i Campi Flegrei ancora molto di più per il fatto che la caldera è stata riempita dalle attività antropiche. Sono almeno 2500 anni che l’uomo ha a che fare con questo fenomeno. Altra complessità è legata al fatto che il magma è molto superficiale nelle aree calderiche e per questo ci sono dei fluidi che risalgono falcimente – ha dichiarato Giuseppe Luongo, vulcanologo e già Direttore dell’Osservatorio Vesuviano – ad alta temperatura, riscaldono l’acqua e quindi nella zona di emergenza della falda ci sono terme, terme e terme. Bisogna far capire alla gente perchè ci sono queste terme. Ci sono queste terme perchè la falda emerge al livello del mare. Siamo proprio nel luogo dove emerge la falda e i romani ci hanno costruito le terme ed è successo anche ad Averno. Wolfgang Goethe disse che non c’è disastro che abbia dato risultato più positivi di un’eruzione. Goethe lo disse per il Vesuvio ma nel caso dei Campi Flegrei tutta la storia eruttiva ha sommerso delle emergenze incredibili. I fenomeni naturali estremi fanno grandi danni alla comunità contemporanea ma hanno lasciato un tesoro e lasceranno un tesoro ai posteri”.
MareNostrum Dike ora candidata a modello internazionale.
“L’obiettivo di Archeclub d’Italia – ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia – è quello di promuovere la conoscenza. Abbiamo voluto insieme stampa, recupero sociale dei ragazzi, valorizzazione del patrimonio culturale, conoscenza invece del patrimonio geologico. In un unico Press Tour abbiamo unito questi quattro aspetti essenziali. Lo abbiamo fatto anche per far conoscere la storia della motovela che era luogo di illegalità, di sofferenza, trasformata in luogo di conoscenza. Con la MareNostrum Dike daremo vita a tour aperti alla stampa, ad azioni di didattica aperta alle scuole. Lo stiamo già facendo e la speranza magari di far partire una luce in grado di irradiare il mondo ed essere buon modello internazionale. Ringrazio, personalmente la stampa che a bordo della MareNostrum Dike ha partecipato al Press Tour, al press tour geo – archeologico che ha voluto rappresentare un segnale anche dal punto di vista sociale. Abbiamo avuto stampa italiana, inglese, iraniana, americana, francese e non solo. A breve ripeteremo l’esperimento”.