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Ospedale Pozzuoli, i sindaci flegrei: “Il Santa Maria delle Grazie sta tornando nel suo pieno funzionamento. Ma occorrono altre azioni, ecco quali”

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POZZUOLI – “L’ospedale Santa Maria delle Grazie sta ritornando al suo pieno funzionamento. Dopo l’emergenza dei giorni scorsi, la direzione generale e quella ospedaliera hanno messo in campo le prime richieste che noi sindaci abbiamo avanzato subito dopo la scoperta del focolaio all’interno del nosocomio.

Tra queste la chiusura del pronto soccorso, del reparto di Medicina e di Chirurgia, la sanificazione calendarizzata di tutti gli ambienti, il trasferimento dei pazienti, i tamponi per tutto il personale del Santa Maria delle Grazie, la sorveglianza sanitaria e i test covid per tutti i pazienti dimessi tra il 31 marzo e il 10 aprile, l’interdizione dell’ospedale per i familiari dei ricoverati, blocco dei ricoveri e degli interventi non urgenti. Ma soprattutto la dotazione a tutto il personale – medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale delle pulizie – dei dispositivi di protezione individuale”.

Lo dichiarano in una nota congiunta i sindaci Giuseppe Pugliese (Monte di Procida), Josi Gerardo Della Ragione (Bacoli), Antonio Sabino (Quarto) e Vincenzo Figliolia (Pozzuoli).

“Il Santa Maria delle Grazie negli ultimi venti anni ha fatto salti di qualità notevoli, passando da ospedale di frontiera post bradisismico ad eccellenza campana – aggiungono i quattro sindaco flegrei –. Durante questa emergenza qualche leggerezza, come ha ricordato il governatore Vincenzo De Luca, è stata commessa. Forse qualcuna di troppo, tanto da portare significativi aumenti di contagi e decessi, ultimo oggi, nei nostri comuni. Tali da indurre – come ha ricordato sempre il presidente della Regione Campania – all’ipotesi dell’istituzione della zona rossa per l’area flegrea, poi naufragata grazie alla forte operazione di contenimento del contagio. Azione a cui abbiamo dato slancio noi sindaci, ben consapevoli dei problemi del nostro territorio e delle preoccupazioni reali e concrete dei nostri cittadini. È vero che in emergenza tutto può succedere, ma è anche vero che va messo in campo tutto affinché i problemi non insorgano”.

“In quanto rappresentati diretti dei nostri abitanti, con i quali abbiamo rapporti costanti, di cui siamo voce, dobbiamo però sottolineare la necessità di mettere in campo ancora tante altre azioni, affinché il Santa Maria delle Grazie non perda il suo ruolo di ospedale di eccellenza e dove i grandi professionisti arrivati in questi possano continuare ad esercitare garantendo alte prestazioni e cure a tutti.

Affinché il diritto alla salute di tutti sia garantito, oggi chiediamo che venga istituito innanzitutto un vero triage clinico, e che nel pronto soccorso non ci siano più ambienti contigui, condizione di possibile contagio.

Chiediamo – continuano i primi cittadini di Monte di Procida, Bacoli, Quarto e Pozzuoli – che siano differenziati i percorsi tra paziente covid sospetto e paziente confermato, con una accettazione che possa definire subito se il soggetto è negativo, prima di farlo accedere ai reparti. Non è possibile immaginare poi di bloccare i percorsi clinici ultraspecialistici possibili ed esistenti e per questo devono essere messi a disposizione locali e tende container per consentire che le attività proseguano normalmente. Bisogna tracciare un percorso chiaro per i pazienti che necessitano di operazione, sottoponendoli a tampone o test, e sapere quando e come essere dimessi e offrire in tempi breve tutte le risposte”.

“Inoltre riteniamo orami indispensabile che gli operatori sanitari siano sottoposti ad uno screening periodico, attraverso test e tamponi, e dando subito le risposte, senza attese di settimane, così come avvenuto fino ad oggi. Siamo sicuri che anche queste nostre nuove richieste non cadranno nel vuoto – concludono i quattro sindaci –, affinché il Santa Maria delle Grazie possa continuare a lavorare mantenendo i suoi alti standard. Per far ripartire tutto c’è bisogno di basarsi sulla situazione che rileviamo nelle strutture territoriali, a partire dall’ospedale. E siamo sicuri che ciascuno per la propria parte saprà dare il giusto contributo”.

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