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1600 visitatori Villa Augustea

SOMMA VESUVIANA – “Siamo al ventiduesimo anno di attività di scavo, legata alla convenzione attiva con l’Università di Tokyo che ci consente, ogni anno, di acquisire un granello di conoscenza. Quest’anno le attività di scavo hanno approfondito la parte che è a ridosso dell’impianto imperiale. Si tratta con buone probabilità di un impianto termale. Sono stati individuati numerosi forni che lasciano pensare alla produzione di calore per un calidarium. Ancora non sono chiare le dinamiche.

Bisogna ancora continuare ad approfondire ma siamo certi che c’è una vita che precede quella del 472 d.C. e quindi ci sono strutture e attività che hanno interessato anche la fase che precede il 79 d.C.. Bisognerà continuare a studiare. C’è necessità di fare squadra con tutte le altre amministrazioni, con gli Enti locali, con il Comune, con l’INGV che proprio questa mattina ha dato un’ulteriore apertura alle attività di indagini che saranno necessarie anche per valutare la possibilità di estendere questo scavo.

Il Ministero della Cultura e la Soprintendenza, sono in prima linea e quindi presto speriamo di poter concretizzare le anticipazioni date già lo scorso anno”. Lo ha dichiarato Mariano Nuzzo, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, a Somma Vesuviana in visita al sito archeologico della Villa Augustea per l’apertura straordinaria al pubblico.

Ben 1600 visitatori!

“Ben 1600 visitatori in 11 ore spalmate in due giorni, con una media di 145 visitatori all’ora, quasi 3 al minuto. Il 70% dei visitatori è arrivata da fuori Somma Vesuviana, molti dal salernitano, dal napoletano ma anche dalla regione laziale, dal romano, comunque in tanti da fuori Campania. Ringrazio anche la coppia inglese che dopo avere visitato Pompei ed Ercolano, ha visitato la Villa Augustea. Il contributo del Comune, lo sforzo del Comune, è stato determinante, al fine di garantire gli scavi ed è stato determinante anche l’impegno proveniente dagli imprenditori, dal territorio che crede nella riqualificazione. Confidiamo nella Soprintendenza ed in un rapporto collaborativo. Somma Vesuviana sta profondendo un grande sforzo ed annunciamo che il 12 e 13 Ottobre, per la prima volta – ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano –  apriremo tutto il Patrimonio Culturale di Somma Vesuviana e lo faremo in contemporanea, in occasione delle Giornate Nazionali del FAI. Riapriremo la Villa Augustea, mentre il 10 avremo l’anteprima al Castello di Lucrezia D’Alagno ed escursioni ci saranno alle cripte ipogee del Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo, il Museo Contadino, la chiesa de La Collegiata con affreschi del ‘600! ”.

 

 

Alla Villa Augustea, anche Mauro Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano – INGV.

“Nella Villa Augustea di Somma Vesuviana ci sono pareti che raccontano la dinamica e la storia dell’accadimento di fenomeni che sono dei lahars e che hanno permesso anche a noi di ricalcolare la dinamica di questi lahars che, hanno spostato oggetti, abbattutto colonne ma anche preservato un patrimonio inestimabile. Il sito della cosiddetta Villa di Augusto, a Somma Vesuviana, rappresenta un geosito archeologico di valore inestimabile sia per il fascino di una villa sontuosa seppellita da sedimenti vulcanici sia per la lunga storia evidenziata dalla stratificazione geologica e archeologica esposta dagli scavi. Dal punto di vista vulcanologico è uno degli esempi migliori  – ha affermato Mauro Antonio Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano – per dimostrare gli effetti di alcuni fenomeni legati alle eruzioni vulcaniche di varia scala. Certamente sono impressionanti i depositi principali esposti nello scavo che sono relativi ai lahars prodotti dalla mobilizzazione rapida sui versanti del Monte Somma dei prodotti dell’eruzione del 472 d.C. Lo spessore e l’impatto di questi depositi è stato enorme e i lahars hanno avuto la capacità di trasportare enormi blocchi di dimensioni metriche, di spostare pezzi di pareti ecc. Questi elementi sono fondamentali per le ricerche vulcanologiche perchè permettono di riprodurre le caratteristiche fisiche e dinamiche dei fenomeni, anche alla luce delle possibili valutazioni di impatto e con ricadute di protezione civile. La stratificazione ha evidenziato anche la presenza di altri depositi eruttivi esposti, quali quelli delle eruzioni del 512 e del 1631. Tutto questo rende il sito di Somma un libro aperto sulla vulcanologia e ne fa quindi anche un sito di enorme valore didattico”.

Gli archeologi confermano che sono venuti alla luce ben 5 forni di epoca augustea.

“E’ venuta alla luce una fase molto più antica della villa che avevamo conosciuto negli scavi degli ultimi 20 anni. Nel senso che viene certificata alle spalle della villa, la presenza di strutture che sono state utilizzate come deposito di anfore. Questo settore, dove stiamo scavando, è un settore colpito dall’eruzione del 79 d.C. ed è ancora più importante osservare che questo settore si sviluppa al di sotto di cinque forni che probabilmente servivano per produrre calore all’interno di una struttura – ha affermato l’archeologo Antonio De Simone, in merito agli scavi archeologici in corso a Somma Vesuviana, nel napoletano – che poteva essere di tipo termale. Lo scavo di questa zona non è ancora completato. Trarre delle conclusioni potrebbe portarci ad una visione errata della situazione ma è certo che è molto importante constatare la presenza di una fase più antica, di una fase monumentale, di una fase che lascia predisporre probabilmente l’esistenza di una terma di notevoli dimensioni”.

Nuove aperture saranno il 12 e il 13 di Ottobre in occasione delle Giornate Nazionali del FAI!

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