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Sul portale situato all’interno della Villa Augustea ci sono anche le tammorre!

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“Il mondo di Dioniso, legame comune con i Riti della Montagna che a breve inizieranno a Somma Vesuviana, è presente nella Villa Augustea in tanti modi. Dioniso significa l’uva, significa il vino e Dioniso è il territorio che produce il vino. Da questo punto di vista l’innesto tra il dionisiaco e il vino e i Riti della Montagna di Somma Vesuviana è una realtà. Nel fregio del portale che troviamo all’interno del sito archeologico della villa romana di Somma Vesuviana, ci sono delle forme circolari. Queste forme simboleggiano lo strumento musicale della tammorra che all’epoca romana veniva chiamato tympanon ma sono tammorre”. Lo ha affermato l’archeologo Antonio De Simone, alla vigilia della riapertura della Villa Augustea, che sarà il 29 Marzo dalle ore 9 alle ore 13.

Dunque 2000 anni fa, c’era la tammorra, tipico strumento musicale popolare protagonista dei Riti della Montagna che a Somma Vesuviana hanno inizio il primo Sabato dopo Pasqua. Una decorazione che potrà essere ammirata Sabato 29 Marzo con tutte le altre ricchezze e bellezze del sito archeologico oggetto dell’importante canpagna di scavo guidata dall’Università di Tokyo con la collaborazione del Suor Orsola Benincasa.

L’apertura è organizzata dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, Comune di Somma Vesuviana, Pro Loco con le associazioni Tramandars e Amici del Casamale.

Potrebbe esserci anche un complesso termale di epoca augustea.

“Un sistema che dunque doveva riscaldare una villa importante, un sito importante. Siamo in un territorio che ha valenze magiche. Questa è la terra di Dioniso, la terra del Vesuvio, dove si produceva un vino eccezionale che da questa terra giungeva nel Mondo Antico, fino in India. Leggendo di attestazioni archeologiche, senza il rinvenimento del sito archeologico di Somma Vesuviana, senza la Villa di Somma, eravamo convinti che dopo l’eruzione del 79 d.C. ci fosse stata una stasi lunga, profonda, per la produzione del vino. Invece lo scavo di Somma ha dimostrato che il vino si è sempre prodotto. Dunque un territorio fertile dalle grandi potenzialità. E’ chiaro che un territorio del genere, sotto la Montagna, acquistava agli occhi di Augusto l’essenza del magico. Qui, su questo territorio, c’era la villa dei genitori di Augusto e Augusto ha voluto morire in questo territorio”. Lo ha annunciato l’archeologo Antonio De Simone dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Un sito archeologico in verticale, all’interno del quale sono venute alla luce ben quattro stratificazioni geologiche di quattro eruzioni diverse quali quella del 79 d.C., del 472 d.C., del 512 d.C. e del 1631, abbracciando una storia forse anche superiore ai 2000 anni. Infatti, al sito archeologico di Somma Vesuviana è emersa l’epoca augustea e non sarebbe esclusa l’eventualità di un’epoca ancora anteriore.

Il sito archeologico di Somma Vesuviana è ricco di misteri da svelare e vede un vero trionfo del tema dionisiaco.

“L’eruzione del 472 d.C. copre per tre quarti il sito ma non tutto. Il tema dominante è quello dionisiaco con una presenza assoluta di Dioniso, dal grapppolo di vino al volto di Dioniso che compare nelle decorazioni, poi abbiamo i Dolia che ancora dobbiamo esplorare e che risalirebbero ad un periodo anteriore alla villa che si trova in superfice. Dunque chi costruì questa villa, con ogni probabilità dinanzi agli occhi, aveva testimonianze più antiche Non c’è alcun dubbio sull’epoca di Augusto, a Somma Vesuviana, nel napoletano. Sotto al sito archeologico, in grado di raccontarci il dopo 79 d.C. con il rinvenimento di grandi ed imponenti ambienti, la stratificazione geologica dell’eruzione del 472 d.C. , importanti strutture, affreschi, pavimenti mosaicali, celle vinarie, statue, per una grandezza di circa 3000 metri, è venuta alla luce anche l’epoca Augustea, Dunque Somma Vesuviana racconterebbe il prima e il dopo. Il sito della Villa Augustea di Somma Vesuviana, è in grado di raccontarci il periodo antecedente l’eruzione, l’epoca Augustea ed anche fino a quattro secoli dopo l’eruzione che coprì Pompei.

Augusto stanco, vecchio, lasciò la politica e poteva decidere di andare nella sua villa a Posillipo o a Capri ed invece ha preferito ritirarsi qui, in questa zona. Gli ultimi rinvenimenti venuti alla luce a Somma Vesuviana, che attestano questa prospettiva di ricerca testimoniano la fase augustea della Villa portata alla luce. C’è questa realtà di carattere cronologico che rimanda ad una presenza storica che è molto importante. Noi abbiamo portato alla luce il deposito delle anfore e abbiamo ritrovato, al di sotto del deposito, una zona che ha a che fare con la produzione di energia. Sono venute alla luce delle fornaci. Noi abbiamo trovato delle strutture che sicuramente avranno legami con il fuoco – ha affermato Antonio De Simone – perchè abbiamo all’interno c’era del carbone, c’era legno bruciato che probabilmente serviva per l’alimentazione di energia in un probabile, grande quartiere termale che potrebbe esserci, appartenuto ad un privato e non di uso pubblico. Sono stati trovati lapilli analizzati dall’Università di Tokyo ed è emerso che risalgono all’eruzione del 79 d.C. ed anche il carbone trovato all’interno di una delle cinque terme, è stato analizzato dall’Università di Tokyo e risale al 79 d.C.. Dunque tutti gli indizi ci spingono in questa direzione”.

Una storia affascinante, misteriosa, quella della Villa Augustea di Somma Vesuviana che aprirà al pubblico Sabato 29 Marzo. Scoperte straordinarie!

“Quando abbiamo deciso di iniziare lo scavo, a Somma Vesuviana, è perchè si favoreggiava sulla villa dove sarebbe morto Augusto. Per due decenni, lo scavo aveva dato risultati diversi ma non meno interessanti. E’ venuta alla luce una villa costruita circa 200 anni dopo la morte di Augusto testimoniando però la continuità di vita su questo territorio – ha proseguito l’archeologo De Simone – e ristabiliva la grande importanza che questa Villa ha come testimonianza del passaggio dal Mondo Antico, al Mondo Tardo – Antico e a quello Medievale. Negli ultimi due anni, però, sono incominciati a venire alla luce tanti segnali estremamente interessanti. Io ho coltivato sempre la speranza che ci fosse una fase più antica. L’evidenza archgeologica che è venuta a rivelarsi, piano, piano, in due anni di lavoro silenzioso, è che la Villa costruita sul finire del II sec. d.C. ha un precedente in una villa che è stata forse abbandonata, o dismessa, o smontata e comunque scomparsa dalla vita a causa dell’eruzione del 79 d.C. e quindi è ritornata in gioco, in modo prepotente, l’esistenza della Villa Augustea. Tutti gli indizi ci dicono che il sito che si trova sotto alla Villa risalente alla fine del II sec. d.C. ci confermano l’epoca augustea, la presenza di una villa abitata da un personaggio molto importante e certamente dotato di particolari mezzi”.

In superficie l’epoca del dopo 79 d.C. e in profondità l’epoca augustea. Un sito di grande valenza, quello che sta emergendo sempre più a Somma Vesuviana,a 18 Km da Napoli. E’ il sito che testimonia il passaggio del tempo.

“La Villa appare di fatto come una testimonianza vivace del passato, dei secoli in evo antico, perchè la Villa pre 79 è una villa che è stata certamente intaccata dall’eruzione del Vesuvio, ma su questa villa più antica si costruisce la villa che è in superfice. Questa villa in superfice sfida tutti i secoli dell’evo antico. Ci sarà una successiva eruzione, quella del 472 d.C. che comporterà il seppellimento della villa. Dunque questo sito è testimone del passaggio del tempo. Ma il 472 d.C. è il periodo in cui l’Impero Romano, anche formalmente scompare per cedere il posto a quello che è il Mondo post Antico e Alto Medioevale. Quindi siamo dinanzi alla testimonianza di un fecondo rapporto – ha affermato Antonio De Simone – anche se distruttivo, nell’ambiente naturale tra il territorio e il Vesuvio che di tanto in tanto si risveglia. Dunque abbiamo saputo che questi territori non sono stati mai abbandonati dalla frequentazione umana. L’eccezionalità di questo rinvenimento è anche che capita in un territorio favoloso. Un territorio che secondo me attende di essere risvegliato in termini di valorizzazione turistico – culturale. Lo scavo della Villa di Somma Vesuviana, non avviene nel deserto, ma in un territorio dove noi abbiamo attestazioni culturali di diversissimo tipo, soprattutto culturali perchè legate a diverse cronologie. Abbiamo ad esempio il Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo, nel cui sottosuolo c’è questo palinsesto di pittura che inizia nell’XI secolo e giunge fino a tutto il XVII secolo con testimonianze eccezionali. Abbiamo il Castello di Lucrezia D’Alagno, abbiamo il grande comparto di Castello nella zona di Montagna, sul Monte Somma. Abbiamo una testimonianza unica al mondo che è il Centro Storico, il Casamale. Credo che il Casamale sia l’unico caso di Terra Murata intatta di epoca Aragonese, un borgo fortificato di epoca aragonese, forse unico esempio di epoca aragonese che abbiamo nella sua integralità. Abbiamo un territorio che magicamente continua ad essere l’attore principale di uan serie di eventi legati al mondo della cultura, perchè sono attestazioni focloriche di particolare importanza. Mi piace ricordare ad esempio la Processione degli Incappucciati del Venerdì Santo, la Festa dei Fuochi sul Monte Somma con la consegna della perteca alla donna amata, la Festa delle Lucerne che è assolutamente unica al mondo. Tutto questo è in un contesto territoriale che produceva e produce ancora oggi uno dei migliori vini al mondo, in un territorio che per una serie di eventi storici, contigenti e curiosi è una delle capitali gastronomiche mondiali ad esempio per il baccalà e stoccafisso. Ci sono tutti gli elementi per uno sviluppo turistico del territorio”.

Sabato 29 Marzo, la grande opportunità di entrare in un sito archeologico che conserva molti misteri

“Grazie alla Soprintendenza, la Villa Augustea sarà aperta ogni Sabato di fine mese, tutti i mesi. Ora dobbiamo pensare ad andare oltre, perchè la prosecuzione degli scavi sarà determinante e finalizzata a fornire tante risposte. Somma Vesuviana sta lavorando molto sulla vocazione turistica – ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano – e grazie alle associazioni come Pro Loco, Tramandars e Amici del Casamale, puntiamo ad un’apertura in contemporanea anche degli altri siti culturali. Sabato 29 Marzo apriremo anche il Castello di Lucrezia d’Alagno! ”.

Le cripte ipogee del Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo, la Villa Augustea, il Castello di Lucrezia d’Alagno e nelle prossime settimane avranno inizio i Riti della Montagna con i canti popolari delle paranze sui versanti del Monte Somma.

“Ci prepariamo ai Riti della Montagna e lo facciamo anche con l’apertura della Villa Augustea che sarà il 29 Marzo, dove il tema dionisiaco è predominante. Tutti coloro i quali verranno a Somma Vesuviana – ha affermato Rosalinda Perna, Assessore alla Cultura del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano – potranno gustare la meravigliosa ristorazione, vedere ed apprezzare i monumenti ma anche le meravigliose tradizioni popolari che stanno per entrare nel vivo!”.

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