SOMMA VESUVIANA – Il Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano : “Tutto ebbe inizio dall’eruzione del 1631, quando il popolo si mise alla ricerca, in Montagna, della statua della Madonna, anche con torce accese di notte. Siamo in presenza di un’altra, grande tradizione secolare legata al culto della Madonna di Castello, zona alta di Somma Vesuviana, nel Parco Nazionale del Vesuvio. Il 3 Maggio ci sarà la salita alla vetta estrema del Monte Somma. Da non dimenticare la grande ristorazione sommese”.
Tra i canti del mondo contadino una particolare attenzione è rivolta anche alla fronna, una forma di canto senza accompagnamento strumentale, una sorta di recitativo operistico, che i contadini usavano per comunicare tra loro a grandi distanze, portando la mano alla guancia per amplificare il suono. La fronna rimane, però, una tipica forma di canto che precede ancora oggi lo svolgimento della tammurriata, viene eseguita da un cantore solista che accompagna il suo gruppo fino al sagrato della chiesa”.
Un incrocio di canti in montagna! Ma anche di luci e di torce
Oggi i fuochi si sono sentiti per tutto il giorno e anche i canti!
“Si è conclusa la Festa della Montagna, a Somma Vesuviana, nel napoletano. La pioggia non ha fermato la tradizione e non ha fermato il pellegrinaggio al Santuario mariano di Santa Maria delle Grazie a Castello. Quest’anno la Festa della Montagna, ha avuto inizio il 6 Aprile e si è conclusa con l’omaggio delle paranze di canto popolare alla Madonna e la salita alla cima del Monte Somma, dalla cui cima si gode di un panorama meraviglioso. Come Amministrazione Comunale abbiamo messo a disposizione la navetta bus che ogni 30 minuti e per tutto il giorno ha collegato il centro di Somma Vesuviana con la zona alta, in Montagna. Abbiamo inoltre provveduto alla pulizia delle aree verdi. Tutto nasce dall’eruzione del 1631! Una grande storia. Dalla cima del Monte Somma, lo scenario unico su tutto il Vesuvio, Penisola Sorrentina, Golfo di Napoli, fanno da sfondo a canti popolari, balli di tradizione”. Lo ha affermato il sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano.
La grande storia è a Somma Vesuviana. Recuperati anche i sentieri naturalistici di Castello. Le origini della Festa della Montagna sono origini secolari, antiche.
“Nel 1631 un’eruzione potente del Vesuvio distrusse parte del paese di Somma Vesuviana e anche la cappella dove era la statua della Madonna di Castello. Tutta la popolazione avviò una ricerca capillare, anche notturna con l’accensione di torce, al fine di ritrovare la statua della quale venne riportata alla luce la testa. Il Sabato dopo Pasqua la testa della Madonna venne riposizionata e da allora ha avuto inizio una delle più belle tradizioni popolari del territorio. Oggi la Madonna di Castello è nel Santuario Mariano di Santa Maria delle Grazie, in località Castello, sul Monte Somma. La tradizione è accompagnata anche dal canto che ha radici antiche e forse millenarie antecedenti all’epoca cristiana, ma che nel tempo ha sempre più raccontato il territorio, la devozione mariana, la prosperità, il patrimonio agricolo. Ogni anno, il primo Sabato dopo Pasqua è Sabato dei Fuochi e la Festa – ha affermato l’Assessore agli Eventi del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano – denominata anche come Festa della Montagna, termina il 3 Maggio. Una tradizione secolare in ricordo di quanto accadde, di sera, in più punti, vengono accesi anche dei falò, mentre le paranze di ritorno dal Ciglio del Monte Somma, fanno luce nel buio con numerose torce, a ricordo di quanto accadde nel 1631. In questi giorni abbiamo avuto le paranze di Brusciano, Pomigliano, Marigliano. La Festa si è conclusa a tarda sera, quasi notte, con la consegna della perteca alla donna amata con serenata al balcone, numerose tammorre, balli e canti antichi per augurare salute, benessere e amore. Possiamo dire che questa Festa è anche un messaggio d’amore alla donna”.
In serata anche il carro storico, allegorico, decorato, ha fatto tappa nella zona centrale del paese.
Miti e leggende! La fronna, forma di canto senza accompagnamento strumentale!
“La festa in onore della Madonna di Castello, che ha inizio il Sabato in Albis e si conclude il tre maggio, è caratterizzata dalle tradizionali paranze: sono compagnie di devoti accompagnate da gruppi di suonatori. Tutto è incentrato sul canto, una delle tante meraviglie che la natura ha offerto all’uomo, e se questo canto, poi, è rivolto a una bella figliola allora tutto si tramuta in fuoco e passione. Il fuoco che illumina durante le notti di maggio il Sacro Monte avvolto in miti e leggende e la passione che, invece – ha dichiarato il Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana – si trasforma in una dolce melodia che da sempre il solito cantatore con il coro dei devoti improvvisa sul sagrato della chiesetta sotto il sorriso della Mamma pacchiana. Un canto che viene da lontano, sillabico, la cui melodia è costruita sulla scala maggiore napoletana con suoni prolungati e fioriti. Un infinito canto d’amore che a maggio si sparge tra le valli profumate di ginestre e arriva pian piano sotto la finestra della donna amata con il consueto dono della pertica. Tra i canti del mondo contadino una particolare attenzione è rivolta anche alla fronna, una forma di canto senza accompagnamento strumentale, una sorta di recitativo operistico, che i contadini usavano per comunicare tra loro a grandi distanze, portando la mano alla guancia per amplificare il suono. La fronna rimane, però, una tipica forma di canto che precede ancora oggi lo svolgimento della tammurriata, viene eseguita da un cantore solista che accompagna il suo gruppo fino al sagrato della chiesa, esaltando la devozione nei confronti di una delle Madonne più invocata del territorio”.